Il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) si basa principalmente su psicoterapia e terapia farmacologica, con la psicoterapia cognitivo-comportamentale come approccio di elezione.
Psicoterapia per il DOC
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è la forma di trattamento psicoterapeutico più efficace per il disturbo ossessivo-compulsivo. Essa si compone di due approcci che si integrano:
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Psicoterapia comportamentale: Mira a modificare il comportamento disfunzionale, in particolare tramite la tecnica dell’esposizione e prevenzione della risposta.
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Psicoterapia cognitiva: Interviene sui processi di pensiero, cercando di modificare le convinzioni disfunzionali che alimentano il DOC.
Interventi comportamentali
La tecnica principale dell’approccio comportamentale è l’esposizione e prevenzione della risposta. L’idea alla base di questa tecnica è che l’ansia e il disagio provocato dall’ossessione diminuiscono nel tempo se la persona viene esposta ripetutamente allo stimolo ansiogeno (cioè, il pensiero o l’oggetto che scatena l’ossessione) senza mettere in atto la compulsione.
Ad esempio, una persona che teme i germi può essere esposta a oggetti che considera contaminati (come denaro o superfici di uso comune) e, invece di compiere il rituale di lavaggio, dovrà aspettare che l’ansia svanisca naturalmente. L’esposizione deve avvenire in modo graduale e tollerabile per il paziente, e nel tempo l’ansia diminuisce.
Questa tecnica è affiancata dalla prevenzione della risposta, che consiste nel sospendere o rimandare il comportamento rituale (ad esempio, il lavaggio delle mani o il controllo ossessivo). In pratica, la persona deve imparare a resistere alla compulsione, in modo da comprendere che l’ansia si attenua anche senza eseguire il rituale.
Interventi cognitivi
La psicoterapia cognitiva si concentra sulla modifica dei pensieri automatici e disfunzionali che alimentano le ossessioni. Le principali distorsioni cognitive trattate sono:
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Senso di responsabilità eccessivo: Il paziente ritiene di essere direttamente responsabile di eventi negativi, anche senza che vi sia un legame logico o reale.
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Sovrastima del controllo: La persona crede di poter controllare o prevenire eventi attraverso i suoi pensieri o azioni.
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Sovrastima del pericolo: Il paziente tende a percepire il rischio e il pericolo come molto più gravi di quanto non siano in realtà.
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Eccessiva importanza dei pensieri: Il paziente pensa che i pensieri ossessivi abbiano un significato o una potenza particolare, quando invece sono solo pensieri intrusivi e non indicano alcuna verità.
L’obiettivo della psicoterapia cognitiva è modificare queste distorsioni, in modo che il paziente impari a vedere i suoi pensieri ossessivi come irrilevanti o privi di valore.
Risultati e tempi
Gli studi suggeriscono che per ottenere una risposta terapeutica adeguata, i pazienti potrebbero dover assumere farmaci per un periodo che varia dalle 10 alle 12 settimane. È importante notare che una percentuale di pazienti (30-40%) non risponde ai farmaci, e che anche per quelli che rispondono, i miglioramenti sono spesso parziali. Molti pazienti non raggiungono mai una totale assenza di sintomi.
Conclusioni
Il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo è più efficace quando combinato. La psicoterapia cognitivo-comportamentale rappresenta la prima linea di intervento, mentre la terapia farmacologica può essere utilizzata come supporto, soprattutto nei casi più gravi o resistenti al trattamento psicoterapeutico. L’approccio integrato, che combina tecniche comportamentali e cognitive, aiuta il paziente a comprendere e gestire le sue ossessioni e compulsioni in modo duraturo.
Se riconosci segni di DOC in te stesso o in qualcuno che conosci, è fondamentale cercare il supporto di un professionista qualificato che possa consigliare il trattamento più adatto per la situazione.
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