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Cura del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)

Il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) si basa principalmente su psicoterapia e terapia farmacologica, con la psicoterapia cognitivo-comportamentale come approccio di elezione.

Psicoterapia per il DOC

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è la forma di trattamento psicoterapeutico più efficace per il disturbo ossessivo-compulsivo. Essa si compone di due approcci che si integrano:

  1. Psicoterapia comportamentale: Mira a modificare il comportamento disfunzionale, in particolare tramite la tecnica dell’esposizione e prevenzione della risposta.

  2. Psicoterapia cognitiva: Interviene sui processi di pensiero, cercando di modificare le convinzioni disfunzionali che alimentano il DOC.

Interventi comportamentali

La tecnica principale dell’approccio comportamentale è l’esposizione e prevenzione della risposta. L’idea alla base di questa tecnica è che l’ansia e il disagio provocato dall’ossessione diminuiscono nel tempo se la persona viene esposta ripetutamente allo stimolo ansiogeno (cioè, il pensiero o l’oggetto che scatena l’ossessione) senza mettere in atto la compulsione.

Ad esempio, una persona che teme i germi può essere esposta a oggetti che considera contaminati (come denaro o superfici di uso comune) e, invece di compiere il rituale di lavaggio, dovrà aspettare che l’ansia svanisca naturalmente. L’esposizione deve avvenire in modo graduale e tollerabile per il paziente, e nel tempo l’ansia diminuisce.

Questa tecnica è affiancata dalla prevenzione della risposta, che consiste nel sospendere o rimandare il comportamento rituale (ad esempio, il lavaggio delle mani o il controllo ossessivo). In pratica, la persona deve imparare a resistere alla compulsione, in modo da comprendere che l’ansia si attenua anche senza eseguire il rituale.

Interventi cognitivi

La psicoterapia cognitiva si concentra sulla modifica dei pensieri automatici e disfunzionali che alimentano le ossessioni. Le principali distorsioni cognitive trattate sono:

  • Senso di responsabilità eccessivo: Il paziente ritiene di essere direttamente responsabile di eventi negativi, anche senza che vi sia un legame logico o reale.

  • Sovrastima del controllo: La persona crede di poter controllare o prevenire eventi attraverso i suoi pensieri o azioni.

  • Sovrastima del pericolo: Il paziente tende a percepire il rischio e il pericolo come molto più gravi di quanto non siano in realtà.

  • Eccessiva importanza dei pensieri: Il paziente pensa che i pensieri ossessivi abbiano un significato o una potenza particolare, quando invece sono solo pensieri intrusivi e non indicano alcuna verità.

L’obiettivo della psicoterapia cognitiva è modificare queste distorsioni, in modo che il paziente impari a vedere i suoi pensieri ossessivi come irrilevanti o privi di valore.

Risultati e tempi

Gli studi suggeriscono che per ottenere una risposta terapeutica adeguata, i pazienti potrebbero dover assumere farmaci per un periodo che varia dalle 10 alle 12 settimane. È importante notare che una percentuale di pazienti (30-40%) non risponde ai farmaci, e che anche per quelli che rispondono, i miglioramenti sono spesso parziali. Molti pazienti non raggiungono mai una totale assenza di sintomi.

Conclusioni

Il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo è più efficace quando combinato. La psicoterapia cognitivo-comportamentale rappresenta la prima linea di intervento, mentre la terapia farmacologica può essere utilizzata come supporto, soprattutto nei casi più gravi o resistenti al trattamento psicoterapeutico. L’approccio integrato, che combina tecniche comportamentali e cognitive, aiuta il paziente a comprendere e gestire le sue ossessioni e compulsioni in modo duraturo.

Se riconosci segni di DOC in te stesso o in qualcuno che conosci, è fondamentale cercare il supporto di un professionista qualificato che possa consigliare il trattamento più adatto per la situazione.

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Tipi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) può manifestarsi in vari modi, a seconda del tipo di ossessioni e compulsioni che caratterizzano ogni singola persona. Di seguito esploriamo le principali tipologie di DOC e i relativi sintomi.

1. Contaminazione

In questo tipo di DOC, la persona è ossessionata dall’idea di essere contaminata da sostanze pericolose o disgustose. Le ossessioni possono riguardare germi, sporco, urina, feci, sangue, e altre sostanze come detergenti o siringhe. La persona può anche sviluppare ossessioni di contaminazione mentale, che si verificano senza un contatto fisico con agenti contaminanti, ma legate a pensieri immorali o traumatici.

Le compulsioni per gestire la sensazione di contaminazione sono spesso rituali di lavaggio o disinfezione. La persona si sente obbligata a pulire e sterilizzare tutto ciò che è stato percepito come “contaminato” per sentirsi più tranquilla.

2. Controllo

Le persone con il DOC da controllo vivono una continua paura di aver commesso errori che potrebbero causare gravi danni. Le ossessioni riguardano la necessità di controllare ripetutamente situazioni o oggetti, per evitare disastri o danni, anche se spesso non c’è alcun rischio reale.

Ad esempio, potrebbero controllare ossessivamente se la porta di casa è chiusa, se i fornelli sono spenti o se hanno spento correttamente tutte le luci. La compulsione consiste nel ripetere questi controlli molte volte, anche se non c’è nessuna prova che sia stato commesso un errore.

3. Ossessioni Pure

Le ossessioni pure sono pensieri o immagini disturbanti che riguardano comportamenti o desideri inaccettabili, come fare del male a qualcuno, agire in modo blasfemo o compiere atti sessuali inappropriati. Questi pensieri sono avvertiti come completamente estranei alla persona e non vengono seguiti da rituali fisici, ma la persona cerca comunque di trovare rassicurazione mentale per eliminare l’ansia. Possono ripassare mentalmente eventi passati per assicurarsi di non aver fatto nulla di sbagliato, o monitorare costantemente i propri pensieri per evitare di “cedere” a impulsi indesiderati.

4. Ossessioni Superstiziose

In questo tipo di DOC, la persona sviluppa regole superstiziose. Sente di dover eseguire determinate azioni in un certo ordine o a una certa frequenza, o di evitare specifiche situazioni o numeri, perché ritiene che se non lo fa, qualcosa di negativo potrebbe accadere.

Per esempio, può credere che vedere un carro funebre o un numero particolare porterà disgrazie, e quindi compie rituali per “neutralizzare” la negatività associata a queste situazioni (come ripetere determinate azioni o pensare a cose positive).

5. Ordine e Simmetria

Le persone con il DOC da ordine e simmetria non tollerano il disordine o l’asimmetria. Oggetti come libri, vestiti, piatti, penne, devono essere disposti in modo perfetto e logico, seguendo uno schema preciso (ad esempio, per colore o dimensione).

Quando le cose non sono allineate in modo perfetto, la persona avverte una forte ansia e una sensazione di mancanza di armonia, che può spingerla a passare ore a sistemare gli oggetti fino a quando non si sente completamente soddisfatta.

6. Accumulo/Accaparramento

L’accumulo è una forma di DOC in cui la persona conserva oggetti che non hanno valore, come giornali vecchi, bottiglie vuote o confezioni di cibo. La difficoltà sta nel gettare via questi oggetti, che possono essere percepiti come “potenzialmente utili” o “importanti”. Sebbene possa sembrare simile a un comportamento di accumulo normale, nel caso del DOC la persona vive un’intensa ansia nell’idea di separarsi da questi oggetti.

Oggi, l’accumulo viene talvolta considerato una condizione a sé stante, conosciuta come Disturbo da Accumulo (Hoarding Disorder), ma può anche essere una manifestazione del DOC.

7. Ossessione per il Corpo (Dismorfofobia)

In alcuni casi, le ossessioni riguardano un paura irrazionale di avere una parte del corpo difettosa o deformata, anche quando non esiste alcun difetto fisico evidente. Questo tipo di ossessione può causare una forte preoccupazione per l’aspetto fisico, con la persona che si sforza continuamente di verificare e confrontare il proprio corpo.

Conclusioni

Le varie forme di DOC hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana di chi ne soffre. Sebbene le manifestazioni siano diverse, tutte condividono il comune denominatore di pensieri ossessivi e compulsioni che cercando di alleviare l’ansia, ma che finendo per rinforzare il disturbo. Se riconosci uno di questi sintomi in te stesso o in qualcuno che conosci, è importante cercare un aiuto professionale per affrontare il disturbo. La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è il trattamento principale e può essere estremamente efficace nel ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita.

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Cos’è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)?

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione psicologica che si manifesta attraverso pensieri, immagini o impulsi ricorrenti, che scatenano ansia o disgusto nelle persone che li vivono. Questi pensieri intrusivi “obbligano” la persona a compiere azioni ripetitive, sia fisiche che mentali, per cercare di alleviare la tensione emotiva causata dalle ossessioni.

Differenza tra Ossidazioni e Compulsioni

Il disturbo prende il nome dalla combinazione di due sintomi principali: ossessioni e compulsioni. È importante distinguere tra i due, poiché sono aspetti fondamentali di questa patologia.

  • Ossessioni: Sono pensieri, immagini o impulsi ripetitivi che una persona percepisce come incontrollabili e fastidiosi. Questi pensieri sono generalmente giudicati come infondati o eccessivi. Per esempio, la paura di contaminazione o il timore di fare qualcosa di male involontariamente.

  • Compulsioni: Per ridurre l’ansia provocata dalle ossessioni, chi soffre di DOC sente il bisogno di compiere azioni ripetitive (come lavarsi le mani, controllare se una porta è chiusa) o compiere azioni mentali (come ripetere preghiere, contare numeri). Queste azioni sono percepite come necessarie per prevenire un evento temuto.

Diffusione del Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Il DOC non fa distinzione di sesso e colpisce tra il 2% e il 3% della popolazione durante la vita. Sebbene possa insorgere a qualsiasi età, i sintomi spesso emergono prima dei 25 anni. In particolare, il 15% delle persone ricorda l’inizio dei sintomi già intorno ai 10 anni.

Se non trattato, il disturbo tende a cronicizzarsi e a peggiorare nel tempo, motivo per cui è importante intervenire precocemente con trattamenti adeguati.

Conclusione

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è un disturbo psicologico complesso e debilitante, ma con il giusto trattamento è possibile migliorare la qualità della vita delle persone che ne soffrono.
Se riconosci i segni del DOC in te stesso o in qualcuno che conosci, è importante non ignorare i sintomi e cercare aiuto da un professionista qualificato.

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Il controllo nei disturbi alimentari

Il mese scorso abbiamo parlato del controllo, oggi, invece voglio parlarvi del controllo nei disturbi alimentari.

Più precisamente nei disturbi di anoressia e disturbo da alimentazione incontrollata.

Il primo è caratterizzato dal controllo e dalla restrizione alimentare estremamente rigida, mentre l’altro riguarda frequenti abbuffate e perdita di controllo.

L’elemento che accomuna entrambi questi disturbi è il controllo.

Secondo la teoria cognitiva comportamentale, i disturbi alimentari sono caratterizzati dalla restrizione alimentare, la quale dipende da due elementi.

Il primo riguarda le persone che tendono ad avere un controllo in vari ambiti della propria vita, arrivando a incanalare i propri tentativi di controllo anche nell’alimentazione.

Il secondo elemento, invece, è l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo, ossia l’interiorizzazione ideale della magrezza.

Questi elementi in comune, hanno portato, Christian Fairburn e i suoi colleghi dell’Università di Oxford, ha sviluppare la teoria trasdiagnostica.

Qui, si collocano tutti i disturbi alimentari, in un’unica categoria.

La persona che ne soffre deve avere i seguenti elementi:

  • disturbo del comportamento alimentare o di controllo del peso per almeno tre mesi;
  • eccessiva valutazione del peso e della forma del peso e del controllo dell’alimentazione;
  • danni alla salute fisica e al funzionamento psicosociali

Nell’anoressia nervosa, caratterizzata da abbuffate, il soggetto sentendosi in colpa, cerca successivamente di restringere ulteriormente la sua alimentazione.

Questo circolo vizioso continua a ripetersi e i soggetti si trovano intrappolati tra l’eccessivo bisogno di controllo e la sua perdita.

Le diagnosi di bulimia nevosa e disturbo da alimentazione incontrollata si caratterizzano per le frequenti abbuffate, ossia la sensazione di perdere il controllo sull’atto del mangiare.

Conseguentemente a questo, l’individuo cercare di riprendere il controllo, con diete rigide ed estreme.

Come si può vedere le persone che sono affette da disturbo alimentare avranno una tendenza a reagire al discontrollo con un controllo estremo.

Il controllo o il troppo controllo può incidere e far nascere dei disturbi alimentari.

 

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Federica OrlandiIl controllo nei disturbi alimentari
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Il controllo: cosa è e come può diventare negativo

Oggi voglio parlarvi del controllo e come questo sia estremamente utile per tutti noi.

Tutti abbiamo un livello di controllo più o meno elevato, che può andare dal discontrollo emotivo /comportamentale a quello dell’iper-controllo.

Quello da fare è muoversi su questa linea in modo flessibile senza arrivare agli estremi.

Se pensate alla parola controllo, questa in ambito psicologico può avere diverse definizioni.

Ad esempio, si può usare per descrivere i processi che coordinano i pensieri e le azioni, controllo cognitivo.

Se vogliamo fare un salto nella storia di questo termine, possiamo farlo risalire allo psicologo statunitense James B. Rotter che lo usò per la prima volta in psicologia nel 1954.

Per la precisione cognò il termine locus of control, che definisce la capacità del soggetto di identificare le cause degli eventi che gli succedono.

Riuscendo a capire se siano dovuti in base ai propri comportamenti, relazioni e azioni o da agenti esterni alla sua volontà.

Chi è in possesso di un locus control interno sarà in grado di agire e modificare le situazioni e gli eventi, grazie a un controllo attivo della propria vita.

Chi invece crede che le cause degli eventi si verificano all’esterno, affronterà le situazioni in modo passivo.

Quindi, il controllo è da intendere come la capacità di inibire i comportamenti indesiderati: autocontrollo.

Questa è una grande qualità perché permette di concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine, rinunciando a quelli a breve termine.

Vorrei quindi riportarvi un esperimento fatto dallo psicologo Walter Mischel, negli anni ’60, presso l’Università di Stanford, su questo tema: il Test del Mashmallow.

Su un campione di bambini in età prescolare si valutava la capacità di resistere a una gratificazione immediata, per riceverne una più grande in un secondo momento.

Il bambino solo in una stanza riceveva un mashmallow, che secondo le istruzioni non doveva mangiare, se ci fosse riuscito ne avrebbe ricevuto un altro.

Le soluzioni e le strategie che hanno adottato questi bambini sono state differenti: chi si allontanava, chi non lo guardava, chi cantava una canzone.

Una parte di questi bambini è stata poi testata, anni dopo, con lo Scholastic Aptitude Test (SAT), il test che viene usato per accedere ai college statunitensi.

I risultati che hanno ottenuto da bambini sembravano essere predittivi sulla tipologia di adulti che sarebbero diventati anche in termini di risultati scolastici e lavorativi.

Un maggior autocontrollo ha portato a livelli più alti di autostima e una maggiore capacità di tollerare la frustrazione in età adulta.

Ma se il controllo diventasse un problema?

Tutti possediamo il controllo, ci sono persone più impulsive e quelle più introverse e inibite, che tendono a controllare maggiormente l’espressione emotiva.

Ma l’ipercontrollo può portare gli individui a reagire agli eventi in modo rigido, non riuscendo a modificare il proprio comportamento con il cambiare delle condizioni ambientali esterne.

Quindi, questo è associato a una serie di conseguenze negative.

Le persone ipercontrollate, infatti, tenderanno a cercare ordine e a evitare condizioni rischiose, incerte o non pianificate.

Inoltre, tenderanno a non tollerare le critiche, avranno quindi un alto livello di perfezionismo e di pianificazione.

Tutto questo può avere effetti anche a livello sociale con delle scarse capacità empatiche e una difficoltà nel socializzare e costruire relazioni.

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Federica OrlandiIl controllo: cosa è e come può diventare negativo