Oggi voglio parlarvi del controllo e come questo sia estremamente utile per tutti noi.
Tutti abbiamo un livello di controllo più o meno elevato, che può andare dal discontrollo emotivo /comportamentale a quello dell’iper-controllo.
Quello da fare è muoversi su questa linea in modo flessibile senza arrivare agli estremi.
Se pensate alla parola controllo, questa in ambito psicologico può avere diverse definizioni.
Ad esempio, si può usare per descrivere i processi che coordinano i pensieri e le azioni, controllo cognitivo.
Se vogliamo fare un salto nella storia di questo termine, possiamo farlo risalire allo psicologo statunitense James B. Rotter che lo usò per la prima volta in psicologia nel 1954.
Per la precisione cognò il termine locus of control, che definisce la capacità del soggetto di identificare le cause degli eventi che gli succedono.
Riuscendo a capire se siano dovuti in base ai propri comportamenti, relazioni e azioni o da agenti esterni alla sua volontà.
Chi è in possesso di un locus control interno sarà in grado di agire e modificare le situazioni e gli eventi, grazie a un controllo attivo della propria vita.
Chi invece crede che le cause degli eventi si verificano all’esterno, affronterà le situazioni in modo passivo.
Quindi, il controllo è da intendere come la capacità di inibire i comportamenti indesiderati: autocontrollo.
Questa è una grande qualità perché permette di concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine, rinunciando a quelli a breve termine.
Vorrei quindi riportarvi un esperimento fatto dallo psicologo Walter Mischel, negli anni ’60, presso l’Università di Stanford, su questo tema: il Test del Mashmallow.
Su un campione di bambini in età prescolare si valutava la capacità di resistere a una gratificazione immediata, per riceverne una più grande in un secondo momento.
Il bambino solo in una stanza riceveva un mashmallow, che secondo le istruzioni non doveva mangiare, se ci fosse riuscito ne avrebbe ricevuto un altro.
Le soluzioni e le strategie che hanno adottato questi bambini sono state differenti: chi si allontanava, chi non lo guardava, chi cantava una canzone.
Una parte di questi bambini è stata poi testata, anni dopo, con lo Scholastic Aptitude Test (SAT), il test che viene usato per accedere ai college statunitensi.
I risultati che hanno ottenuto da bambini sembravano essere predittivi sulla tipologia di adulti che sarebbero diventati anche in termini di risultati scolastici e lavorativi.
Un maggior autocontrollo ha portato a livelli più alti di autostima e una maggiore capacità di tollerare la frustrazione in età adulta.
Ma se il controllo diventasse un problema?
Tutti possediamo il controllo, ci sono persone più impulsive e quelle più introverse e inibite, che tendono a controllare maggiormente l’espressione emotiva.
Ma l’ipercontrollo può portare gli individui a reagire agli eventi in modo rigido, non riuscendo a modificare il proprio comportamento con il cambiare delle condizioni ambientali esterne.
Quindi, questo è associato a una serie di conseguenze negative.
Le persone ipercontrollate, infatti, tenderanno a cercare ordine e a evitare condizioni rischiose, incerte o non pianificate.
Inoltre, tenderanno a non tollerare le critiche, avranno quindi un alto livello di perfezionismo e di pianificazione.
Tutto questo può avere effetti anche a livello sociale con delle scarse capacità empatiche e una difficoltà nel socializzare e costruire relazioni.